A lungo nel tempo i medici veterinari, in particolare nelle campagne, dovettero confrontarsi con l’abusivismo nell’esercizio della professione. Molti gli empirici che si cimentavano e tentavano in ogni modo di gettare discredito sui veterinari. La professione non era certamente facile: modesta efficacia dei rimedi, presenza ricorrente delle malattie infettive, concorrenza degli empirici che riscuotevano, nonostante tutto, maggior fiducia tra gli agricoltori il cui stato di arretratezza culturale determinava una resistenza mentale a tutto ciò che usciva dagli schemi abituali. Solo dopo l’Unità d’Italia e l’adozione di un corpo di leggi “sanitarie” l’esercizio della professione è riservato ai soli medici veterinari “patentati” in una delle scuole del regno. Tuttavia fin verso la fine del XIX secolo le riviste di settore riportano numerose sentenze di condanna nei confronti di empirici esercenti la professione abusivamente.

Windsor Castle, The Royal Collection, 1845