Il “Motore animato”

Il ruolo del cavallo, e degli equidi più in generale, nel contesto della rivoluzione agraria è stato evidente fin dal basso Medioevo. In quella fase storica, il cavallo non è più di esclusivo uso militare e dei signori, ma si affianca a quello dei bovini (buoi e vacche) come ausilio nello svolgimento dei lavori agricoli quali l’aratura, l’erpicatura ed in epoca più moderna – quando si sviluppò la meccanizzazione – lo sfalcio dell’erba e la mietitura. Infine, quando si superò la fase dell’agricoltura di sussistenza, il cavallo divenne il motore animato che consentì lo sviluppo delle città, e con esso delle industrie, assicurando l’approvvigionamento delle derrate alimentari e delle merci per buona parte del primo Novecento. Inoltre, nelle città fu indispensabile per i trasporti delle persone fino alla fine dell’Ottocento, momento in cui comparvero i primi tram elettrificati. L’Ottocento e la prima metà del Novecento rappresentarono la fase di massimo impiego del cavallo. Molte furono le razze selezionate e classificate che gli zootecnici, in funzione delle caratteristiche e attitudini, così suddividevano: tiro pesante lento o rapido, carrozziere, da corsa, militare e così via. Numerose erano le fiere ed i mercati dedicati al commercio dei cavalli. L’immagine che viene proposta oggi è un quadro di Rosa Bonheur (1822 – 1899), esponente dell’Impressionismo francese che in più occasioni ha dipinto scene del mondo agricolo. “La fiera dei cavalli” dipinto tra il 1852 ed il 1855 rappresenta il mercato di cavalli che si teneva a Parigi in Boulevard de l’Hôpital. Sono riprodotti esemplari di più razze tra cui spiccano, a destra, una coppia di grigi percheron e a sinistra un altrettanto possente ardennese.

Rosa Bonheur – La fiera dei cavalli
(https://www.metmuseum.org/it/art/collection/search/435702)

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