“La pastorizia”

Il sistema tradizionale di allevamento estensivo, a pascolo brado, di diverse specie animali è l’asse portante della pastorizia. Tuttavia, nell’immaginario collettivo, quando si parla di pastorizia il pensiero corre, quasi sempre, al pastore che, con l’ausilio del cane, custodisce il gregge. Alla tradizionale produzione di latte, destinato alla caseificazione, carne e lana -per gli ovini – la pastorizia assume ora un nuovo significato economico, un tempo non pienamente percepito e riconosciuto, quello dei servizi socio ambientali. Oggi, in molte realtà italiane la pastorizia assicura il mantenimento della biodiversità, del paesaggio e contribuisce al controllo del rischio idrogeologico in particolare nelle aree collinari e montane. Tuttavia, il settore soffre di varie difficoltà, tra cui il ricambio generazionale. Per quanto attiene agli ovini, l’attuale consistenza del patrimonio nazionale è di circa 6.300.000 capi, nel 1918 – al termine della I Guerra Mondiale – erano oltre 11.500.000. Le regioni con il maggior numero di pecore sono la Sardegna con 48% dei capi, seguita da Sicilia (12%), Lazio (10%) e Toscana (5%) ed il restante 25% distribuito nelle altre regioni. La razza sarda è quella maggiormente rappresentata con oltre 3.600.000 capi. Per quanto alla produzione di lana, un tempo ampiamente ricercata, oggi è praticamente un prodotto di bassissimo valore e di difficile collocazione sul mercato.

L’immagine che viene proposta riproduce un’opera di Giovanni Segantini. Il pittore più volte rappresentò degli ovini nei propri dipinti, talvolta come soggetti principali come nella “Benedizione delle pecore” oppure comprimari come nel caso di “Pomeriggio sulle Alpi” o della “Ragazza che fa la calza”, ma sempre con grande realismo.

Giovanni Segantini , Ave Maria a trasbordo (1886),
Museo G. Segantini , St. Moritz (CH)
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