Era il 1787 quando Ercole III d’Este, Duca di Modena, preso atto “che la medicina dei bruti era sussidio a quella dell’uomo ed aiuto all’economia rurale” decise di inviare a Ferrara due medici, Vincenzo Veratti e Luigi Maria Misley affinché seguissero le lezioni che venivano impartite nella locale Scuola di Veterinaria istituita l’anno precedente. Compiuto il primo biennio di studi vennero inviati, per completare il secondo, alla Scuola di Lione. Nel 1791, al loro rientro, il Duca decretò l’apertura della Scuola che, nonostante il potere degli Estensi fosse stato sostituito, nel 1796, da quello napoleonico, poté funzionare fino al 1807 quando il viceré Eugenio di Beauharnais, ne ordinò la chiusura ed il trasferimento dei due docenti Luigi Misley e Luigi Leroy, proveniente da Ferrara e subentrato al Veratti che era deceduto nel 1804, alla Scuola di Milano. Alla caduta del governo francese, nel 1814, nel Ducato venne a crearsi una situazione caratterizzata dall’assenza di una Scuola di veterinaria “Ducale”. Con l’approvazione del governo, si aprirono diverse scuole ad iniziativa privata di cui le quattro più note furono quella di Domenico Trenti a Modena; di Angelo Fabbi a Reggio Emilia; di Quirino Rossi a Correggio e Giuseppe Eletti a Carpi. Tale stato di cose durò fino al 1827 quando se ne decise la fusione al fine di riattivare una nuova Scuola veterinaria del governo Ducale. Nel 1861, il neonato Regno d’Italia si ritrovò ad avere, nelle provincie Emiliano – Romagnole ben quattro Scuole di Veterinaria attive: Parma, Bologna, Ferrara e Modena e, con esse, la necessità di affrontare a livello nazionale la riorganizzazione dell’istruzione e della formazione dei veterinari “italiani”. Tale situazione fu esaminata nel I Congresso dei Docenti Veterinari d’Italia svoltosi a Milano dal 10 al 15 aprile del 1865. A maggioranza fu votata una mozione con quale si affermava che quattro Scuole erano sufficienti a garantire la formazione dei futuri veterinari del Regno. Le prime tre sedi furono agevolmente individuate nelle Scuole di Torino, Milano e Napoli. Il dibattito fu invece più acceso per la scelta della quarta che fu identificata in Bologna. Nei fatti, la proposta fu concretizzata solo in parte ed in tempi successivi. Delle quattro antiche Scuole Emiliano-Romagnole, Ferrara cessò i suoi insegnamenti nel 1880 e Modena, a seguito della “riforma Gentile”, con la fine dell’anno accademico 1923 – 1924. Per Parma la proposta non fu mai presa in considerazione. Nel momento in cui la Scuola venne disattivata il corpo docente traslocò in parte a Milano ed in parte a Bologna. Tra i docenti di maggior prestigio della Scuola di Modena si possono ricordare Giovanni Generali (1834 – 1915), Ermenegildo Reggiani (1872 – 1944), Giuseppe Tampellini (1839 – 1907), Eduardo Chiari (1859 – 1918), Alberto Ascoli (1877 – 1957). Da quanto brevemente esposto appare evidente che la Scuola di Modena fu più volte vittima delle decisioni politiche. Ad Ercole III va riconosciuta la lungimiranza nel decretare la fondazione di una Scuola, nello stesso anno in cui aprì anche quella di Milano, in grado di assicurare la formazione veterinaria nel Ducato di Modena. Per maggiori informazioni si rimanda all’articolo di M.E. Turba e coll. (2007) al link https://storiamedicinaveterinaria.com/2007-v-convegno-ciso-vet/ pag. 241 – 247.
