La ricorrenza della Domenica delle Palme, che celebra l’inizio della Settimana Santa, offre lo spunto per rendere omaggio all’asino, “parente povero” del cavallo. La raffigurazione di tale animale nella pittura sacra è assai frequente, basti pensare alle molte natività, alla fuga in Egitto e, appunto a Gesù che entra in Gerusalemme, a dorso di un’asina. Quest’ultima immagine è rilevante già nell’arte paleocristiana e l’evento è raffigurato su numerosi sarcofaghi romani. Lo storico dell’arte Thomas Mathews ritiene che con la raffigurazione dell’asino si possa identificare […] un nuovo atteggiamento nei confronti dell’intero regno animale. Se il mondo classico a volte traeva insegnamenti morali dal comportamento degli animali e faceva loro impersonare drammi umani, come nel caso delle favole di Esopo, la mentalità̀ cristiana in qualche modo li concepì come dei collaboratori agli sforzi degli umani […]. L’addomesticazione dell’asino risale al 5000 a.C. ad opera degli Egizi e delle popolazioni della Mesopotamia e da qui si è diffuso in tutto il mondo. Da allora ha accompagnato l’uomo nelle sue fatiche, soprattutto come animale da lavoro destinato al tiro dell’aratro, a far girare il frantoio ed il mulino, a sollevare l’acqua, ma anche per il trasporto di merci e persone e, al bisogno, per dare carne e latte le cui peculiarità erano già note a Cleopatra, e descritte da Ippocrate e Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) nella sua Naturalis Historia. In Italia oggi, essendo venute meno le necessità d’impiego rispetto ai primi anni del ’900, il numero di asini ha subito, una forte contrazione passando da circa un milione di capi a 650.000 agli inizi degli Anni 40, per scendere ancora a circa 25.000 all’inizio del 2000. Oggi gli effettivi presenti, circa 27.000, appartengono alle razze Amiatina, Asinara, Grigia Siciliana, Martina Franca, Pantelleria, Ragusana, Romagnola e Sarda. Nei confronti di tali razze si rendono oggi necessari attenti interventi di salvaguardia del germoplasma ad evitare che vadano ad aggiungersi alle razze già estinte: Cariovilli, Castelmorone, Emiliano, Grigio Viterbese, Irpinia, Sant’Alberto. Oggi gli asini trovano largo impiego nella pet-therapy (onoterapia), nell’onoturismo e, stante la riscoperta delle proprietà nutrizionali del latte, nell’alimentazione dei bambini e nella cura della persona.
