Il cavallo militare

Il ruolo e l’importanza del cavallo negli eserciti è noto e riconosciuto fin dall’antichità. Il primo trattato che descrive le caratteristiche del cavallo militare è quello di Senofonte scritto intorno al 350 a.C. L’impiego negli eserciti si è sempre accompagnato alla specializzazione d’uso. Nel Medioevo si distinguevano destrieri, ronzini e palafreni: i primi, i cavalli migliori, erano impiegati in battaglia; i secondi – contrariamente al significato moderno del nome – rappresentavano le cavalcature destinate agli scudieri e al trasporto dei bagagli e non erano certamente animali di scarto; la terza categoria era invece quella usata dai signori per gli spostamenti prima delle battaglie o nelle cerimonie pubbliche. Ogni signore doveva quindi avere a sua disposizione almeno tre cavalli, uno per tipo. In tempi più recenti la massima espressione di potenza dell’uso della Cavalleria si ebbe nel periodo napoleonico. Le truppe a cavallo divennero l’arma di rapido impiego in grado di risolvere le battaglie a favore dei francesi. Si distinguevano cavalli per corazzieri, per dragoni, per lancieri. Nella seconda metà dell’Ottocento, Eduardo Chiari scriveva “il cavallo militare deve essere vigoroso, in buono stato di conservazione, atto alle andature rapide e possedere fondo e sangue e poca suscettibilità alle vicissitudini atmosferiche” inoltre doveva essere abituato ai rumori e al fuoco e doveva avere un carattere docile. Tutte caratteristiche che Senofonte aveva già segnalato nel 350 a.C.

L’immagine che viene proposta oggi è un dipinto di Giovanni Fattori, uno dei massimi esponenti della corrente dei Macchiaioli. Sono molte le opere con le quali il pittore ha ci ha trasmesso frammenti di vita militare dell’epoca risorgimentale. Vita nella quale anche i veterinari furono ampiamente coinvolti, prima come sottufficiali e ufficiali appartenenti all’Armata Sarda e poi, dal 4 maggio 1861, come ufficiali nel Regio Esercito Italiano. Di lì a poco dopo sarebbe stato costituito il Corpo Veterinario Militare.

G. Fattori – In vedetta (1872) Collezione privata