I cavalli e le variazioni climatiche

Da un trafiletto apparso sul Monitore Industriale Italiano il 13 settembre 1883 apprendiamo come l’andamento climatico, estremamente variabile in quell’anno, avesse influenzato negativamente la stagione riproduttiva dei cavalli. L’inizio della stagione di monta era stato caratterizzato da un brusco calo delle temperature. … Molto frequenti nel bestiame cavallino furono i casi di bronchite, di pleurite e di febbre da influenza palustre (malaria), e numerosi gli aborti, specialmente nella campagna romana ed in quelle località dove predomina lo stesso sistema d’allevamento. Nemmeno gli animali mantenuti in condizioni di stabulazione furono risparmiati da queste condizioni meteorologiche avverse … Anche gli stalloni dei depositi governativi, quantunque trattati e mantenuti colle maggiori cautele, ebbero a soffrire dei repentini e persistenti abbassamenti atmosferici; tanto che a numerose malattie di lunga durata e che condannarono alla inoperosità nove stalloni per tutta la stagione di monta, si ebbe a lamentare dal 1 di gennaio al 15 di luglio, termine della stagione di monta ordinaria, la perdita di sei riproduttori; mentreché nello stesso periodo del 1882 le malattie furono molto meno frequenti ed i decessi arrivarono al numero di quattro. Altri tempi e i medici veterinari non disponevano certamente di tutto l’armamentario farmaceutico odierno, ma ieri come oggi gli animali subiscono gli effetti deleteri della variabilità climatica e se allora era il freddo oggi sembra essere il riscaldamento globale a generare problemi.

Il quadro di oggi riproduce il tipico ambiente maremmano che viene richiamato all’inizio dell’articoletto di cui sopra.

Luigi Gioli – Gruppo di cavalli (Cavalli maremmani) 1890 (?) Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni, Novara, Italia
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