Siamo in quel periodo dell’anno in cui, con mestizia ed un po’ di tristezza, si ricordano i cari che ci hanno lasciato. Un tempo questo sentimento era riservato alle sole persone, ma oggi non è più così e da quando gli animali, grandi o piccoli, hanno acquisito uno status affettivo consolidato anche per il medico veterinario diventa importante saper supportare, e non solo sul piano psicologico, i proprietari nel triste momento del distacco. Se un tempo poter dare degna sepoltura ad un amico a quattro zampe era un problema che pochi si ponevano oggi esistono “agenzie” che assolvono professionalmente a questo compito. I cimiteri per animali sono oramai una realtà, anche se non numerosi, in tutto il territorio nazionale. Il primo in Italia è sorto, a Roma, negli Anni 20 del secolo scorso. Negli Stati Uniti, dalla prima inusuale richiesta fatta ad un veterinario di Manhattan, nel 1896, di seppellire un cane oggi si è arrivati ad un cimitero che ospita oltre 70.000 spoglie tra cani, gatti e altri animali. Ciò che può apparire una recente acquisizione dovuta alla mutata sensibilità dei proprietari, potrebbe essere una necessità sentita fin dall’antichità. Alcuni scavi archeologici condotti nell’antica città di Berenice, sul Mar Rosso, hanno portato alla luce un’area con oltre 600 tombe prevalentemente di gatti, ma anche di cani. Tutto lascerebbe pensare ad un antico pet-cemetery di oltre 2000 anni fa, il più antico oggi conosciuto (https://www.archaeology.org/news/9507-210305-egypt-pet-cemetery).

Gardone Riviera (Brescia)