La zootecnia da latte nel Mantovano

Il dott. Franco Guizzardi, già direttore del Distretto veterinario di Viadana (Mantova), ha pubblicato, con i Quaderni della Società Storica Viadanese, l’interessante volume “La zootecnia bovina mantovana dall’unità d’Italia alla Grande Guerra” Sono oltre duecento pagine dedicate allo sviluppo della zootecnia da latte, ma non solo, in uno degli areali più importanti in Italia. L’autore, con grande competenza e passione, affronta e documenta con puntualità i diversi momenti tecnico-economici e sociali che hanno favorito il progressivo sviluppo ed affermarsi di questa attività. Un libro che per la sua completezza e profonda analisi aiuta a comprendere l’attuale realtà della zootecnia da latte italiana.

Dalla Colombia

Riceviamo dal prof. Luis Carlos Villamil la segnalazione della conferenza sulla storia delle epidemie tenuta il 9 settembre 2020 alla Società Colombiana di storia della Medicina.


Riceviamo dal prof. Luis Carlos Villamil la segnalazione di un recente suo articolo sullo sviluppo della vaccinazione antivaiolosa in Colombia. Buona lettura

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  • Il prof. Luis Carlos Villamil ha condiviso il momento di presentazione del libro

Viruela en Colombia: de la Real Expedición Filantrópica al Parque de Vacunación,  di Luis Carlos Villamil Jiménez, Hugo Sotomayor Tribín y José Esparza. Durante la presentazione  sono stati ricordati i momenti ed i personaggi che hanno caratterizzato la lotta al vaiolo in Colombia, l’avvio della produzione dei primi vaccini  nel laboratorio centrale denominato  “Parque de Vacunación” sotto la guida del medico veterinario Jorga Lleras Parra.  (https://www.facebook.com/EdiUnisalle/videos/vb.100687231580860/2942582892525194/?type=2&theater

  • Il prof. Luis Carlos Villamil ha reso disponibile l’elenco di una serie di interessanti suoi articoli sulla storia della medicina veterinaria in Colombia, gli articoli sono scaricabili ai link in elenco: historia de la medicina veterinaria en Colombia

  • Si segnala un’interessante articolo del prof. Luis Carlos Villamil, storico della medicina veterinaria in Colombia, sulla figura del prof. Lleras Acosta ed il suo apporto allo sviluppo della medicina veterinaria e della salute pubblica alla fine del 19° secolo in Colombia 

La Regia Scuola di Milano

Il dr. Stefano Twardzik ha recentemente dato alle stampe il volume L’ Archivio della Regia Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano, 1807-1934. Inventario, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2020, pp. XVIII-366. Si tratta del frutto di un lungo e complesso lavoro di riordinamento. L’ Archivio della Regia Scuola superiore di Medicina veterinaria di Milano, una delle più antiche scuole di veterinaria in Europa, istituita nel 1791, che operò fino al 1932, quando fu aggregata all’Università di Milano trasformandosi nella Facoltà di Medicina veterinaria. Un testo di grande interesse per tutti coloro che si interessano di Storia della Medicina veterinaria.

Gli Atti del Convegno Itinerante

LUNAEdizioni ha pubblicato una raccolta di alcuni degli interventi che si sono susseguiti in occasione delle varie tappe del convegno itinerante con cui il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino ha celebrato i duecentocinquant’anni dalla fondazione della Scuola Veterinaria di Torino, che si sono tenute a Fossano, La Mandria di Chivasso, Torino, Venaria e Grugliasco. Il volume può essere acquistato direttamente presso l’editore scrivendo a valperg@tin.it


Premio Antonio Zanon

Nel 2011 il CISO-Veterinaria, da cui  A.I.S.Me.Ve.M. prende origine, ha istituito il premio Antonio Zanon quale riconoscimento dell’impegno a favore della Storia della Medicina Veterinaria.


Antonio Zanon (Udine 18 giugno 1696 – Venezia 4 dicembre 1770), a cui è intitolato il premio, fu tra i primi ad interessarsi alla Storia della Medicina Veterinaria. Suo il Saggio di Storia della Medicina Veterinaria (Venezia, 1770). Agronomo ed economista, fu tra i fondatori, nel 1762 ad Udine, della Società Georgica il cui obiettivo, al pari  di altre, era di studiare e risolvere i problemi dell’agricoltura pratica. Fu uno dei principali assertori dell’Illuminismo  europeo nell’ambiente culturale della Repubblica veneziana.

Frontespizio del saggio di Antonio Zanon

Il premio Antonio Zanon per il 2022 è stato assegnato alla dott.ssa Lia Brunori ed al dott. Luca Cianti. La cerimonia di consegna è avvenuta durante il 45° Congresso Internazionale della World Association for History of Veterinary Medicine (WAHVM) tenutosi presso la Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche tra il 31 agosto ed il 3 settembre.


Nel corso del II Convegno Nazionale dell’A.I.S.Me.Ve.M., che si è svolto a Roma il 24 ed il 25 settembre 2021 , il premio Antonio Zanon è stato assegnato al prof. Giovanni Sali e al prof. Giorgio Battelli.


Il 3 ottobre 2020, durante la cerimonia tenutasi a Ozzano dell’Emilia, presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, in occasione del trentennale del 1° Convegno di Storia della Veterinaria – tenutosi a Reggio Emilia il 18 e 19 ottobre 1990 – il riconoscimento era stato assegnato al prof. Marco Galloni, già presidente del CISO-Veterinaria.

Il Presidente dott. Mario P. Marchisio (a dx) mentre consegna il premio Antonio Zanon al prof. Marco R. Galloni

In precedenza, il 14 marzo 2019 presso il CEMEVIT a Grosseto, il premio è stato attribuito alla dr.ssa  Elisabetta Lasagna.

Negli anni precedenti il riconoscimento è stato assegnato ai professori Adriano Mantovani e Alba Veggetti, già premiati a livello internazionale nel 2004 con la Cheiron Medal, e ai dottori Carmelo (Memo) Maddaloni e Aldo Focacci.

Un omaggio al bue e alla sua storia

In libreria e sulle piattaforme Amazon e IBS

Gli Autori, con questo volume di recente pubblicazione, hanno voluto rendere omaggio ad un animale che nei secoli ha affiancato l’uomo nelle sue vicende. Il bue ha attraversato la storia della civiltà umana, lasciando una traccia profonda nella cultura, nell’agricoltura, nell’arte, nelle tradizioni e nella vita dei popoli. In modo particolare in Piemonte ha avuto un ruolo centrale per certe comunità rurali che hanno reso questa produzione caratteristica, tipica e tradizionale. Gli autori del libro, docenti universitari e professionisti che operano nell’ambito delle scienze animali, hanno inteso affrontare questo tema in un’ottica interdisciplinare e divulgativa. Partendo da una ricerca sul ruolo di questo animale nei miti, nelle leggende, nelle religioni, nell’arte e nella letteratura, il libro analizza da un punto di vista storico e scientifico la castrazione, i suoi effetti, i suoi ruoli e si conclude con un riferimento alla tradizione ed alla tipicità della produzione del bue in Piemonte attraverso notizie storiche sulle fiere dedicate a questo animale.

Veterinaria nell’arte

Nel tempo non mancano gli artisti che hanno riprodotto scene della professione veterinaria e della mascalcia. Prosegue il tour virtuale con l’appuntamento domenicale, ed ogni settimana verrà proposta una nuova immagine.


Le immagini che presentiamo oggi rappresentano un omaggio al fedele servitore dell’uomo: il cavallo. Se si condivide l’idea che “l’Arte Povera” si caratterizza anche per l’uso di materiali poveri allora questo “Cavallo di ferri” ne è un concreto esempio. Per realizzarlo Luigi Martucci (Maestro Maniscalco), Davide Balistreri (Allievo Maniscalco) e Sebastiano Santaniello (Allievo Maniscalco) hanno messo insieme circa 350 ferri di cavallo e di mulo e utilizzato circa 30 raspe da zoccolo esauste. Parte dei ferri è stata prodotta nel corso degli anni dagli allievi maniscalchi civili e militari e, pertanto, non risultava applicabile ai quadrupedi. Altri ferri, invece, sono provenienti dalla sferratura dei cavalli di servizio. L’opera d’arte è stata prodotta sulla base del disegno realizzato della dottoressa Virginia Paolino, medico veterinario, che alla professione abbina un indubbio talento artistico. Dalla collaborazione è scaturito un destriero, coda al vento, a grandezza naturale.


Il 4 novembre, oltre alla Giornata dell’Unità nazionale e della Festa delle Forze Armate, è anche la giornata dedicata alla commemorazione di tutti i Caduti in guerra. Ci piace in questa circostanza ricordare non solo i Medici veterinari, morti in guerra, ma tutti i Caduti del Servizio veterinario e con loro gli Animali.

Il medaglione raffigurato nell’immagine intende ricordare tutti i caduti del Servizio Veterinario nella sede che, dopo la chiusura della Scuola del Corpo Veterinario Militare a Pinerolo, è diventata la casa madre del Servizio. È rappresentato un Alpino, in omaggio alla M.O. al Valor Militare alla Memoria cui è dedicata la caserma, Ten. Vet. Villy Pasquali, ma senza distintivo di grado e di specialità per abbracciare i militari di ogni grado e reparto che hanno militato e militano nel Servizio Veterinario. Le tre figure di animali, cavallo, mulo e cane, sono il doveroso omaggio alle truppe silenziose che hanno servito e servono nelle Forze Armate e che hanno copiosamente versato il loro sangue al fianco dei loro conducenti.

Particolare del bronzo realizzato dall’artista Giampiero Linardi (1940-2016) per il Monumento ai Caduti presso il Centro Veterinario Militare di Grosseto e scoperto il 29 ottobre 2009 nel corso della cerimonia di avvicendamento del Comandante del Centro Col. Giovanni Graglia, cedente, e Col. Marco Reitano, subentrante.

All’inizio del Novecento, il sobborgo londinese di Camden era uno dei più importanti punti di raccolta e distribuzione delle merci da e verso l’intero Impero britannico. La posizione strategica derivava dal fatto che il quartiere era situato in prossimità della stazione ferroviaria di King’s Cross e affacciato sul Regent’s Canal. In tutta l’area fiorivano le attività industriali, ferroviarie e commerciali ed erano i cavalli a muovere i carri con le merci immagazzinate nei molti depositi di Camden. Nel momento di massima espansione, ne erano presenti circa 800 esemplari. Nella zona conosciuta come Stables Yard, oltre ai cavalli, trovavano ospitalità anche una serie di attività di supporto: maniscalchi, sellai, carradori. Qui a partire dal 1883 sorgeva anche l’ospedale dei cavalli che, inizialmente, contava 92 posti e a cui se ne aggiunsero in un secondo momento altri 40 (https://historicengland.org.uk/listing/the-list/list-entry/1258100). Nel 1939 in tale ospedale transitarono per le cure circa 800 equini.

Vale la pena ricordare che fin dal 1791 a Camden era stato istituito il Royal Veterinary College di Londra. Nel 1938, invece, venne inaugurata la nuova sede del Royal Veterinary College che ancora oggi ha sede nello stesso quartiere. Con il tempo, inevitabilmente, Camden ha perso la sua importanza di punto strategico per la logistica delle merci ed i vari impianti e edifici sono stati riqualificati ad altri usi. In particolare, Stables Yard è uno dei più caratteristici luoghi londinesi: Camden Market. A ricordo delle attività di un tempo, intorno agli anni ‘90 del secolo scorso furono installati numerosi bassorilievi e statue in bronzo raffiguranti i cavalli e le varie attività ad essi ancillari. Nel 2014 buona parte delle statue è stata messa all’asta ed acquistata da un collezionista statunitense.

foto M.P.M. e A.Z.


Il Dottore Gentile è una scultura realizzata dall’artista di origine danese Christian Petersen (1885 – 1961). Fu il primo docente artista residente in un College degli Stati Uniti. Nel 1938 realizzò la statua e il murale, presentati nell’immagine di oggi, e posti all’ingresso della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università dell’Iowa. Il murale raffigura l’attività del veterinario su tre diversi animali, bovino suino e cavallo, mentre la statua, collocata di fronte al murale, è un omaggio alla professionalità veterinaria colta nel suo versante sentimentale di affezione quasi francescana verso gli animali (Brunori e Cianti, 2020).

https://cdm16001.contentdm.oclc.org/digital/collection/p15031coll12/id/419/rec/8


I richiami alla professione veterinaria ed alle attività ad essa ancillari non mancano nemmeno nell’arte popolare, come nel caso dei numerosissimi ex voto che adornano i molti santuari presenti in Italia. L’immagine di questa settimana è un ex voto presente nel santuario della Madonna delle Grazie di Montenero (Livorno) che illustra un “incidente sul lavoro” occorso ad un palafreniere (termine oramai desueto), mentre coadiuvava un maniscalco durante la ferratura.

Ex Voto presente nel Santuario Madonna delle Grazie di Montenero (LI)

Indipendentemente dal soggetto ritratto, fino all’avvento della fotografia a colori la pittura ha rappresentato l’unica via attraverso la quale tramandare ai posteri i colori delle immagini. Molti sono gli artisti che si sono cimentati nel ritrarre gli animali dando origine anche ad una corrente detta degli animalier. Altre volte venivano ritratti uomini o donne intenti al governo degli animali o durante alcune pratiche dell’allevamento. Anche grandi artisti come Van Gogh non si sono sottratti a queste tematiche. In questo dipinto del 1889 è raffigurata una donna durante la tosa di una pecora.

Van Gogh, Vincent (1853-1890)
La tosatrice di pecore (da Millet)
Van Gogh Museum, Amsterdam, Nederland

Johan Michael Neder,
La lezione del Prof. Anton Hayne,
Veterinärmedizinische Universität, Vienna, 1834

Questa tela raffigura la lezione di un celebre professore viennese, Anton Hayne (1786-1853), che dal 1822 al 1852 fu docente presso l’Istituto di Medicina veterinaria di Vienna e direttore della Clinica medica. E’ qui raffigurato mentre elenca contandoli sulle dita i sintomi dell’emaciato cavallo, mentre i suoi allievi ascoltano attenti. Furono proprio loro, che si diplomarono nel 1834, a commissionare questo dipinto che li raffigurasse tutti insieme come dono ricordo per il professore. La Scuola viennese fu la terza, dopo quella di Lione e di Alfort, ad essere fondata nel 1765 per volontà dell’Imperatrice Maria Teresa, da Ludovico Scotti anch’egli allievo del Bourgelat .


Bénédiction des Chevaux

Nella tradizione cattolica Sant’Antonio, festeggiato il 17 gennaio, è sempre stato considerato il patrono degli animali. Un tempo, nelle scuderie e nelle stalle non mancava mai l’immagine del Santo e molto spesso più che alla “fede nella ragione” si ricorreva, con l’intercessione dello stesso, alla fede nella Provvidenza affinché gli animali fossero mantenuti in buona salute. Questa litografia, a colori, rappresenta la scena della benedizione dei cavalli davanti alla chiesa di Sant’Antonio in Roma.


Norman Percevel Rockwell (1894-1978) , La visita del veterinario,
USA, Collezione privata, 1961

Nell’ultimo quarto di secolo si è assistito ad un vero e proprio “boom” del numero di cani (+ 950.000) e gatti (+ 600.000), ma non solo, che sono entrati stabilmente a far parte di molte famiglie italiane. Il cambiamento dell’atteggiamento, le cui ragioni sono molteplici, nei confronti degli animali da affezione ha permesso la crescita di un nuovo settore economico, nell’ambito del quale la professione veterinaria svolge un ruolo importante soprattutto come prestazione clinica tradizionale, ma anche in altri ambiti in precedenza poco praticati quali quelli della veterinaria pubblica, dell’alimentazione e della farmacologia. Seppur la clinica degli animali da affezione abbia sempre rivestito notevole importanza per il medico veterinario, la dimensione attuale di questo fenomeno ha pochi riscontri storici. Tra le motivazioni della detenzione di animali famigliari generalmente è sempre prevalso il fattore utilitaristico, pur essendo presente anche quello affettivo. Di fatto questo settore ha fatto registrare un incessante progresso e ha superato indenne  le crisi politiche ed economiche che si sono succedute ed hanno penalizzato altri comparti, incluso quello degli animali da reddito.


Edmond Jean-Baptiste Tschaggeny (1818-1873). L’empirico.
Windsor Castle, The Royal Collection, 1845

A lungo nel tempo i medici veterinari, in particolare nelle campagne, dovettero confrontarsi con l’abusivismo nell’esercizio della professione. Molti gli empirici che si cimentavano e tentavano in ogni modo di gettare discredito sui veterinari. La professione non era certamente facile: modesta efficacia dei rimedi, presenza ricorrente delle malattie infettive, concorrenza degli empirici che riscuotevano, nonostante tutto, maggior fiducia tra gli agricoltori il cui stato di arretratezza culturale determinava una resistenza mentale a tutto ciò che usciva dagli schemi abituali. Solo dopo l’Unità d’Italia e l’adozione di un corpo di leggi “sanitarie” l’esercizio della professione è riservato ai soli medici veterinari “patentati” in una delle scuole del regno. Tuttavia fin verso la fine del XIX secolo le riviste di settore riportano numerose sentenze di condanna nei confronti di empirici esercenti la professione abusivamente.


Gustav Adolf Clemens (1870-19189 “Operazione nella Clinica Chirurgica”
Copenhagen, Royal Veterinary and Agricultural University, 1898-1900

Il dipinto mostra in dettaglio il professor AW Mørkeberg, sotto lo sguardo attendo del prof. Sand, in abito scuro, impegnato in un intervento chirurgico su un cavallo. Il quadro con evidente realismo mette in risalto i dettagli dello stordimento e le modalità di contenimento tipiche dell’inizio del ‘900. Sullo sfondo, a destra, si osservano alcuni studenti intenti a “bollire” gli strumenti.


Nell’ epoca delle Scuole di Veterinaria quella di Vienna, (Veterinärmedizinische Universität) è stata la terza ad essere istituita nel 1765. Successivamente, nel 1777 l’Imperatore Giuseppe II “allo scopo di formare degli abili Medici atti a curare le Bestie in genere” fondò la Scuola di Veterinaria Militare e Spedale delle Bestie di Vienna. Il dipinto del 1783, di un anonimo pittore, che oggi proponiamo raffigura lo “spaziosissimo prato che alla buona stagione è uso al pascolo ai cavalli altresì alla ricreazione degli alunni” in cui si riconoscono gli studenti, trenta per corso, vestiti con “un’uniforme di panno grigio con paramani turchino” che assistono alle apprezzate lezioni del Prof. Giovanni Amedeo Wolstein, famoso direttore della scuola.

Lezione del prof. Wolstein, 1783, Veterinärmedizinische Universität

Carlo Pittara, Torino 1836 – 1890 Rivara (TO), è stato uno dei principali esponenti della pittura piemontese della seconda metà dell’Ottocento. Tra i fondatori della scuola di Rivara, ha dedicato molte delle sue opere alla rappresentazione degli animali tanto da essere considerato uno dei principali rappresentanti della corrente degli “animalier”.


Le prime testimonianze artistiche sulla professione veterinaria risalgono all’Antico Egitto. Nell’immagine sottostante è raffigurata la scena di un intervento di assistenza al parto.

In tema di Antico Egitto e Medicina veterinaria riproponiamo la sintesi dell’interessantissimo intervento, tenuto a Roma, dal dott. M. Zulian in occasione del 60° Anniversario dell’istituzione dell’ENPAV https://archeologiavocidalpassato.com/tag/mastaba-di-ptah-hotep-e-ankh-hotep-a-sakkara/

Parigi, Musée du Louvre, dalla tomba di Metchetchi a Saqqara (Antico Regno, VI dinastia, 2700-2195 a.C.)

Cyprien Le Vavasseur (1866-1924) La Place du Promenoir et le marchè aux cochons AVRANCHES (F) – Collezione privata

Un tempo la contrattazione degli animali vivi avveniva nella pubblica piazza. Oggi ciò non è più possibile se non in appositi spazi mercatali e limitatamente ad alcune specie di interesse zootecnico dove il medico veterinario esercita il dovuto controllo igienico-sanitario sugli animali e sulle loro condizioni di benessere



“La visite du vétérinaire” opera di Sylvain Grateyrolle (1845-1932), musée de la
Sénatorerie, Guéret (F)

Oggi è la volta de “I maniscalchi” , olio su tavola del 1937, del pittore toscano Silvio Bicchi (1874-1948) allievo di Giovanni Fattori.

https://www.pinterest.it/pin/326229566760818021/

159° Anniversario del Corpo Veterinario Militare

Il Regio Decreto del 27 giugno 1861 sancisce che i veterinari addetti ai diversi Reggimenti, Corpi o Stabilimenti Militari di Cavalleria costituiscano un Corpo del Regio Esercito Italiano con la denominazione di Corpo Veterinario Militare.

È il punto di arrivo di una lunga strada che comincia dalla prima Scuola di Veterinaria Militare istituita da Giovanni Brugnone il 1° settembre 1769 a Venaria Reale per volere di Carlo Emanuele III di Savoia, che lo nomina “Direttore della Scuola Veterinaria, coll’ispezione sovra tutti li maniscalchi dello Stato”.

L’Ispettore del Corpo, il Professore Felice Perosino, dell’Ateneo Torinese, ricopre il grado di Maggiore e fa parte del Consiglio Superiore militare di Sanità; i Veterinari Capo, col grado di Capitano, sono destinati ai Dipartimenti militari o Corpi d’Armata, i Veterinari in 1a (Luogotenenti), in 2a ed Aggiunti (Sottotenenti), sono ripartiti nei Reggimenti di Cavalleria, Corpi a cavallo o stabilimenti militari.

I compiti riconosciuti al Corpo: zooiatria e servizi concernenti l’igiene e la polizia veterinaria.

Il 1° gennaio 1998, il Corpo Veterinario confluisce, con il Corpo di Sanità Militare, nel nuovo Corpo Sanitario.

Il 27 giugno è da sempre la data in cui la Veterinaria Militare italiana, e con essa la civile, che nei suoi ranghi ha militato durante il servizio di prima nomina, ha celebrato la propria festa di Corpo.

Nelle celebrazioni del 27 giugno del 1985, l’incontro di due personalità eclettiche, il Col. vet. Franco Cussino, Comandante della Scuola di Pinerolo, ed il Gen. Agostino Felli, Comandante della Brigata “Curtatone”, portava al conferimento al Capo fanfara del 28° btg. Bersaglieri “Oslavia”, il Mar. Magg. Franco D’Arienzo, dell’incarico di musicare un “Inno militare del Corpo Veterinario” di cui il Col. Cussino ha composto il testo.

Ve lo proponiamo in allegato.

In occasione del 159° Anniversario del Corpo Veterinario l’artista Arnaldo Mazzanti, grossetano di adozione, ha voluto donare una statua policroma, in gesso e scagliola, raffigurante Sant’Eligio, patrono dei maniscalchi e dei medici veterinari. La pregevole opera artistica è stata benedetta nel corso della funzione liturgica, celebrata il 25 giugno 2020, in suffragio dei Caduti del Corpo e collocata presso la chiesetta del CEMIVET a Grosseto.